Si aggira
Giuseppe Pugliese, dicembre 2024
Si aggira in centro, indolente, attardandosi a guardare le vetrine.
In realtà non osserva davvero la merce esposta, né i manichini agghindati e tanto meno i cartellini dei prezzi, cosa che farebbe sicuramente se volesse comprare qualcosa, sempre distante com’è ogni suo vivo desiderio da quanto si possa veramente permettere di soddisfarlo.
Più che altro scruta la gente che passa, entra, chiede e talvolta acquista e talvolta no, magari tirandosene fuori con la classica frase “Semmai ripasso”. I commessi lo sanno bene che non torneranno, ma fanno finta di credere a quella futile bugia.
È che è diventato tutta una bugia. O peggio ancora una illusione. Posseggo perciò sono. E ogni due minuti sei costretto a comprare qualcos’altro per reggere la competizione. Sembra sempre tutto poco, scarso quello che hai mentre gli altri invece…
Ma intanto che ci fai tu in strada a quest’ora invece di stare a leggere, a studiare o, meglio ancora, ad ascoltare musica? Te lo domandi ma sai bene che stai cercando di seminare tra quelle viuzze un equivoco senso di colpa, quello con cui ti sei svegliato stamattina e che non sai da dove proviene né perché. Faresti di tutto per liberartene, per mandar via quest’ansia e non sai a che santo votarti. Poi Gregorio ti scorge da lontano, ti saluta con la mano, attraversa la strada e si ferma a chiacchierare con te e il tuo umore improvvisamente cambia.
E allora dai un senso a questa improvvida uscita mattutina comprando in farmacia l’aspirina che ti mancava. Male, di sicuro, non ti farà.
Ora puoi tornare a casa, a concentrarti sulle cose serie.
Però prima vuoi ridare uno sguardo a quelle scarpe: in effetti non sono male. Uhm… e finisce che “Vabbè magari torno domani a prenderle” lo dici al commesso pure tu.
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