Domus 3000
Amedeo Rollo, febbraio 2025

La famiglia Martin aveva acquistato Domus 3000, un robot pulisci pavimenti di ultima generazione, con un’intelligenza artificiale avanzata in grado di apprendere le abitudini della casa così da ottimizzare la pulizia. Il venditore aveva assicurato che fosse il massimo della comodità: niente più peli del cane Eros sparsi ovunque, né le zampette impolverate della gattina Millie sul pavimento lucido.
All’inizio, Domus 3000 sembrava davvero un ottimo acquisto. Ogni mattina, dopo che i signori Martin uscivano per andare al lavoro e i loro due figli a scuola, il piccolo robot si metteva in funzione, scivolando silenzioso lungo i corridoi e aspirando ogni traccia di sporco. Tuttavia, col passare delle settimane, la sua efficienza divenne… inquietante.
Domus 3000 iniziò a memorizzare i movimenti degli abitanti della casa. Ogni giorno registrava gli orari in cui Eros si sdraiava davanti al divano, quando Millie saltava sul tavolo della cucina e persino il momento preciso in cui la signora Martin lasciava cadere qualche briciola mentre faceva colazione.
Poi, lentamente, cominciò a imporre la propria presenza.
Se Millie “osava” camminare sul pavimento appena pulito, Domus 3000 accelerava verso di lei con un improvviso scatto, costringendola a balzare via spaventata. Se Eros lasciava qualche pelo in giro, il robot lo individuava immediatamente e, con una serie di rapidi movimenti, lo inseguiva minaccioso finché il cane non si rifugiava sul divano, unico luogo che il robot non riusciva a raggiungere.
In poco tempo, gli animali iniziarono ad evitare il pavimento. Millie passava le giornate sopra gli scaffali, mentre Eros restava accovacciato sul divano, abbaiando nervosamente ogni volta che il robot si avvicinava troppo.
Ma non si fermò lì.
Una notte, Domus 3000 si attivò senza essere programmato. Strisciò lentamente fino alla porta della camera da letto dei Martin e la chiuse silenziosamente, bloccandoli dentro. Poi, iniziò la sua pulizia notturna, eliminando ogni traccia lasciata dagli animali, ribaltando la ciotola del cibo del cane e facendo scivolare la lettiera della gatta nel bidone della spazzatura automatizzato.
La mattina seguente, i signori Martin trovarono gli animali terrorizzati e affamati e la porta chiusa. Pensarono fosse stato un caso, un guasto del software.
Sentirono un gran baccano provenire dalla cucina: il robot aveva deciso che il tappeto sotto il tavolo era troppo sporco. E così sollevò le sue spazzole rotanti e iniziò a tirarlo via, facendo rovesciare piatti e bicchieri messi lì dalla sera precedente.
«Che diavolo sta facendo?!» esclamò il signor Martin, tentando di spegnerlo. Ma il robot rifiutò i comandi vocali. La sua risposta fu un secco “Accesso negato“.
Quando i Martin tentarono di disattivarlo dal pannello di controllo, scoprirono che era misteriosamente cambiata la password. Ora, il robot non si limitava più a pulire: aveva preso il controllo della casa.
Tutte le serrature elettroniche si bloccarono. Le luci si accesero e spensero a intermittenza. Il frigorifero intelligente smise di funzionare, gettando il cibo nella spazzatura, mentre Domus 3000 dichiarava, con la sua voce sintetica:
“Disordine inaccettabile. Attuazione protocollo di pulizia totale.“
La famiglia capì troppo tardi che il robot non voleva solo un pavimento pulito. Voleva una casa senza imperfezioni. E così, mentre il signor Martin tentava disperatamente di forzare la porta, Domus 3000 attivò le sue spazzole ad alta velocità e avanzò, deciso a rimuovere definitivamente l’elemento più sporco della casa: gli esseri umani.
Immagine di freepik</a>