Emozioni, pensieri e parole
Luigi Flore, Cinzia Curcio Rubertini novembre2023
Luigi
Ho trent’anni. Sono stato espulso da una lunga relazione controversa e faticosa ed ho rivoluzionato la mia vita. Come?
Sono andato ad abitare da solo e questa esperienza mi sta insegnando che i soldi vanno via in maniera incontrollata; inoltre ho messo su un paio di situazioni, anche se mi rendo conto che sono più nella testa che nel cuore: il “chiodo scaccia chiodo”, insomma.
Oggi, sabato, sono andato al mare con una ragazza, carina (un possibile chiodo); al ritorno mi fa sapere che ci sarebbe un mezzo appuntamento da un suo amico che sta per partire per il servizio militare. Andiamo a casa, facciamo due rapide docce ed arriviamo all’appuntamento più velocemente possibile, con la moto.
Arrivati: metto la moto sul cavalletto, in alto, all’inizio della discesa.
Entriamo: vengo presentato al padrone di casa e, dato che conosco solo tre persone, mi siedo in un angolo del divano per osservare l’ambiente.
Cinzia
È un sabato di giugno, Giovanni ci ha invitati a casa sua per salutare i suoi amici più cari prima di partire per il militare.
Vado a prendere la mia amica Alessandra, posteggio in via dei Savorelli e sotto il portone incontriamo Claudine, con la quale ci eravamo date appuntamento per salire tutte e tre insieme.
L’appartamento di Giovanni è al quarto piano di una bella palazzina, lui ci apre sorridendo, alto, bruno e solare come sempre, ci abbraccia affettuoso ed entriamo scendendo i tre gradini che portano al salone.
Luigi
Dopo un po’ entrano tre ragazze. Il più spiritoso del gruppo se ne esce con la battuta “Sono arrivate le tre grazie…” omettendo il seguito che tutti conoscono, per cui nasce una risata generale.
Cinzia
“Ecco le tre grazie”, annuncia la voce metallica di Marcello, seduto sul divano di fronte, seduto tra persone che non conosco.
Bacio e saluto un po’ tutti; sono dispiaciuta che Giovanni se ne vada per un anno, che cosa inutile questo militare.
Luigi
Rimango per qualche minuto ad osservare le dinamiche del gruppo, poi mi avvicino al tavolo del buffet: una delle tre grazie, quella bionda, prende un bicchiere di plastica, dove viene versato qualcosa da bere, su cui c’è scritto “ASSICINZIA”. Incuriosito le domando “Perché ASSICINZIA?”
Cinzia
Mi avvicino al buffet, un tavolo tondo con una grande tovaglia bianca, bicchieri, piatti, cibo e bibite un po’ alla rinfusa.
“Perché ASSICINZIA?” chiede una voce dietro di me. Mi giro con il bicchiere in mano: sì c’è scritto ASSICINZIA in rosso sul bicchiere.
“Probabilmente perché mi hanno assunta in Assitalia a dicembre dell’anno scorso”, rispondo al ragazzo che mi ha fatto la domanda.
Luigi
“Conosco” rispondo, “io ho tre mezzi assicurati lì, la moto, la macchina ed il camper, omettendo di dire che la macchina non l’ho portata perché non c’era benzina, la moto, con cui sono venuto, ha la batteria esaurita ed attualmente non ho i soldi per sostituirla ed il camper… vabbè stendiamo un velo pietoso.
Non l’ho detto per vantarmi, ma perché pensavo che parlando di qualcosa che ci accomunasse, si favorisse il dialogo.
Cinzia
Il ragazzo è magro. Con una testa piena di capelli spettinati, due occhi grandi ed un paio di baffi su una grande bocca; parliamo un po’ del più e del meno. Ci presentiamo, lui racconta un po’ di sé, mi presenta i suoi amici Marco, Ornella e Marina con i quali è venuto. Marina è amica di Marcello, l’amico del cuore di Giovanni.
Luigi
Parliamo un po’, sembra che ci stiamo simpatici e la nostra attenzione viene via via catturata reciprocamente.
Inconfondibile, parte l’attacco della canzone. Le dico: “Ti va di ballare?”
Cinzia
La musica si alza e Battisti canta Emozioni, mi inviti a ballare
Luigi
Balliamo
Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi
Ritrovarsi a volare
E sdraiarsi felice sopra l’erba ad ascoltare
Un sottile dispiacere
E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire
Dove il sole va a dormire
Domandarsi perché quando cade la tristezza
In fondo al cuore
Come la neve non fa rumore…
Era tanto che non mi sentivo così, sento che questa ragazzina non alza alcuna difesa, ho la sensazione che ci stiamo scegliendo, e mi sento bene. Ci conosciamo da una ventina di minuti e mi sento a mio agio. Il brano è bellissimo di per sé, ma adesso sento che sta acquistando un sapore nuovo.
Cinzia
E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere
Se poi è tanto difficile morire
E stringere le mani per fermare
Qualcosa che
È dentro me
Ma nella mente tua non c’è
Capire tu non puoi
Tu chiamale, se vuoi, emozioni
Tu chiamale, se vuoi, emozioni
Stiamo un po’ a distanza, non ci conosciamo, sorrido impacciata, i miei occhi nei tuoi occhi, mi stringi un po’ di più e annuso la tua pelle, faccio una battuta su quel mucchio di capelli arruffati e mi lascio andare alla musica ed alla forza del tuo abbraccio.
Poi la musica finisce e ci stacchiamo, siamo un po’ rossi ed evitiamo di guardarci, ci vergogniamo un po’delle emozioni che abbiamo vissuto nei tre minuti del disco.
Luigi
Uscir nella brughiera di mattina dove non si vede a un passo
Per ritrovar sé stesso
Parlar del più e del meno con un pescatore
Per ore ed ore
Per non sentir che dentro qualcosa muore
E ricoprir di terra una piantina verde sperando possa
Nascere un giorno una rosa rossa
La serata va avanti ancora un po’, poi quando finisce scendiamo tutti insieme. Qualcuno del gruppo lancia un appuntamento, per chi vuole, la domenica successiva in serata alle nove, a piazza Navona.
“Se ci vado, la rivedo” penso.
Lei mi accompagna alla moto ed io le chiedo se mi può aiutare a spingerla per farla partire, che la batteria non va.
“Magari ci vediamo domani” la saluto.
Cinzia
Poi la festa finisce e scendiamo tutti in strada. Viene lanciato un appuntamento per la sera dopo le nove a piazza Navona, è estate e Roma è calda di vita nelle notti di giugno.
Ti avvicini ad una grande moto e mi chiedi con un sorriso se ti posso dare una spinta perché hai la batteria scarica. Ti spingo come posso e sento il click della marcia che ingrana. “Ciao, grazie”, dici mentre scendi per via dei Savorelli, “Può essere che ci vediamo domani”.
“Sì, forse” mi dico e ti vedo andare via giù per la strada buia.
Luigi
E prendere a pugni un uomo, solo perché è stato un po’ scortese
Sapendo che quel che brucia non son le offese
Allora, sono passati quarantadue anni da quel pomeriggio, e un pensiero mi frulla ancora nella testa senza risposta…”ma Marina, la ragazza che è venuta con me in moto alla festa, chi l’ha riaccompagnata a casa?”