Polvere
Giuseppe Pugliese, luglio 2024
Raccatta la polvere. Spazza. Passa e ripassa attento a non perdersene neppure il più piccolo, infinitesimale, granello. Ossessionato com’è dalla pulizia. Mentale soprattutto. Il reset come tasto più importante della sua personale visione di vita.
E poi, non contento dell’opera, gira e rigira nelle stanze anche col suo mega aspirapolvere. Super accessoriato ovviamente. Filtri su filtri che fa combaciare, sovrappone, aggiunge e poi esclude a piacimento e altri ancora ne vorrebbe. E sfoglia cataloghi su cataloghi, in cerca dell’ultimissima novità tecnologica del settore.
Munito di questo potente armamentario semina il panico tra insettini praticamente invisibili a occhio nudo, e che infatti scorge solo lui. Smuove l’aria e senza filo vaga liberamente in qua e in là senza trascurare nessuna fessura, nessun angolo, neppure il più nascosto.
Nulla sfugge al suo attento, sempre vigile, sguardo. “All’erta sto!”
Semmai trovasse una ragnatela c’è il forte rischio che si metta a piangere disperatamente, come un bambino. Proprio quello che, in fondo al suo cuore, pensa, o forse si vergogna, ancora di essere.
Si insinua, si contorce alla ricerca del nemico e talvolta addirittura volteggia, sebbene scompostamente. Senza sentirsi mai del tutto appagato.
Una insoddisfazione di fondo permea la sua ricerca di totale e assoluta lucentezza della sua peregrina esistenza.
Si riappropia del nitore. Tutto luccica, splende e riemerge nel suo innato candore.
E intanto anche settembre è passato e lui giurerebbe di non essersene nemmeno accorto.
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