Spiaggiato
Giuseppe Pugliese, settembre 2024
Sole cocente. Noia mortale.
Ho piantato anche l’ombrellone per vedere se mi riesce di porre una qualche
resistenza alla mia voglia di rientrare subito a casa a ciondolare.
Ma è piena estate e, per tanto, cerco di farmi forza. “Dovrei godermela” mi dico poco
convinto.
Amici nisba, se verranno lo faranno nel tardo pomeriggio; per me hanno abitudini
discutibili o forse la loro è solo voglia di dimenticare per qualche giorno il solito tran
tran. Sovvertire l’ordine costituito, sentirsi “liberi”.
Provo a leggere qualche pagina del quotidiano che ho comprato, ma sto scomodo e
poi non c’è alcuna notizia che non abbia già appreso dalla rete.
Allora faccio un tuffo e l’acqua è bollente, sembra di galleggiare nel brodo. Inoltre c’è
un sacco di gente e per nuotare in maniera appena un po’ decente dovrei andare al
largo, ma mi mancano le forze e, soprattutto, la volontà, la predisposizione d’animo.
Risalgo e mi asciugo solo le mani che tanto fa un caldo boia.
Appoggiato sul bordo della sdraio trascorro qualche minuto facendomi scorrere tra le
dita granelli di sabbia.
Mi sento un po’ clessidra, ma mai davvero padrone del mio tempo.
Dopo un po’ mi stufo anche di questo, così mi alzo e mi reco all’unico baretto della
spiaggia.
Ci metto suppergiù tre ore a scegliere cosa prendere e alla fine compro, soddisfatto,
sempre lo stesso ghiacciolo.
Mi si scioglierà in bocca e nel farlo dissolverà un po’ della mia ansia.
Che tornerà tra poco lo so, inevitabilmente.
Immagine di freepik</a>