Graziosa
Giuseppe Pugliese, settembre 2024
La ragazza è graziosa: ha le scarpe gialle.
E non è che le stiano male, tutt’altro.
Le donano un’aria slanciata.
Le porta con noncuranza, quasi non si facessero notare mentre, ovviamente,
sono ciò che spicca di più; bucano lo schermo.
Il particolare che fa tutta la differenza del mondo.
Ciò che mi domando però è a cosa stesse pensando mentre le acquistava.
A quando, come e dove le avrebbe indossate?
Sono state l’ultimo tassello di una mise scelta sapientemente o ne hanno
costituito il punto di partenza? L’accessorio determinante o la posa della prima
pietra di costruzione?
Il resto è composto da giacca nera con piccoli fregi colorati, pantaloni di foggia
maschile neri anch’essi. Neanche troppo attillati. Non ce n’é bisogno.
E invece magari non è stata lei, ma l’assistente di studio a scegliere questo
look.
Ma sarà stato effettivamente così semplice o ci hanno messo quattro ore per
arrivare a questa scelta?
Avranno discusso litigato e buttato più volte tutto all’aria o lei ha provato ed
assentito subito, d’emblée?
Ora ripassa l’intro, rilegge le sue battute sul copione e chiede educatamente al
regista se, al limite, possa permettersi anche di improvvisare una domanda lì
per lì sul momento.
Non riesco a sentire la risposta che riceve.
Ma le raccomandano di rispettare i tempi, e di spostarsi adagio, seguendo le
linee tracciate in terra così che le luci possano inquadrarla sempre nel modo
più favorevole.
E poi d’un tratto buio. La trasmissione ha inizio.
Lei si muove con eleganza nello studio in cui cerca di mettere a loro agio i suoi
ospiti.
Non una mossa, non un sorriso fuori posto.
Cerca di far apparire tutto semplice. Lei, che semplice non è
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