La sfida

Amedeo Rollo, gennaio 2025

Era una mattina come tante altre quando, seduto alla scrivania con una tazzina di caffè bollente davanti, accesi il mio notebook, pronto per una nuova giornata di lavoro.

Subito però, sorse un non piccolo problema: la password.

Strano,” pensai, “perché mi chiede la password quando si accende sempre senza chiedere nulla?”.  Digitai la frase abituale. Nulla. Lo schermo continuava a visualizzare la stessa risposta “Password errata. Riprova”.

Ero certo che la password corretta fosse quella inserita, anche perché usavo la stessa frase in qualsiasi occasione.

Dopo mezz’ora di tentativi infruttuosi, decisi di provare a recuperare la password attraverso la funzione “Domanda di sicurezza”.

Ecco che apparve la scritta: “Qual è il nome del piccolo animale?”.

Ma io non ho mai avuto animali!” Esclamai ad alta voce, Perplesso, tentai con nomi casuali: “Alice”, “Micio”, perfino “Tartaruga”. Niente, tutto bloccato!

Frustrato, decisi di chiamare il servizio assistenza. La voce all’altro capo del telefono era cortese, ma insisteva sul fatto che solo io potevo rispondere alla domanda di sicurezza.

Ero in preda ad una vera crisi di nervi. Come fare per sbloccare il computer senza quella maledetta password?

Passai l’intera mattinata cercando indizi. Frugai tra vecchi appunti, post-it e perfino nei cassetti della scrivania. Nulla.

Ad un certo momento, il suono tipico di un messaggio in arrivo attirò la mia attenzione. L’ SMS proveniva da un mittente anonimo e riportava la frase: “Il ricordo più dolce è il segreto di mamma”.

Che vuol dire?” pensai.

Poi ebbi un lampo d’intuizione: la risposta alla domanda di sicurezza non era un animale particolare, ma il nome che mia madre mi aveva segretamente dato quando ero piccolo: “Lupetto”.

Digitai “Lupetto” nel campo della risposta di sicurezza.

Il computer finalmente si sbloccò, sul monitor apparve la password: “Alfa_Omega_666”.

La inserii nello specifico campo e la macchina finalmente mi fece entrare…

L’euforia di esser riuscito nell’impresa durò un attimo, molte cose non mi quadravano. Come poteva il messaggio inviato da un numero anonimo contenere un indizio tanto preciso su un dettaglio personale che io stesso avevo dimenticato? Le parole della password mi erano completamente sconosciute, qualcuno le aveva inserite al posto mio? Sì, ma chi e quando? Chi aveva inviato quel messaggio? E come faceva a conoscere il mio numero di cellulare?

Mentre fissavo pensieroso lo schermo del PC, di nuovo sentii il suono che annunciava l’arrivo di un nuovo messaggio:

La password non è mai stata dimenticata. Sei pronto per la prossima sfida?

Immagine di freepik</a>

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