Savoldi

Giuseppe Pugliese, gennaio 2025

Estate. Tira un vento forte e caldo. 

Esco sul terrazzino per vedere cos’è che fa sto rumore. E oltre un po’ di quella fastidiosa sabbiolina giallognola tipica di questo periodo, del terriccio e qualche foglia secca, ci trovo una lattina vuota di coca cola.

Ok, d’accordo che è solo un primo piano, ma come diavolo c’è arrivata quassù? Faccio quasi per chinarmi per raccoglierla e poi invece comincio a calciarla in qua e in là mimando una appassionata radiocronaca di calcio. Definisco mentalmente le due porte e, aiutandomi colle sponde del muretto, gioco. Mi faccio prendere dalla foga ed è solo dopo un po’ che mi accorgo che i miei dirimpettai mi stanno osservando, presumibilmente ridacchiando tra di loro. Smetto subito e per darmi un contegno mi affaccio al parapetto fingendo di guardare a mia volta con interesse qualcosa di non ben definito in fondo alla strada e solo quando ritengo sia passato il tempo necessario a mistificare i fatti rientro in casa. In realtà ne ho anche approfittato per darmi una calmata. Sono tutto sudato e vado a farmi una doccia.

* * *

È passato tanto tempo. La casa, per alterne vicissitudini, è stata abbandonata. Non svuotata, ma solo lasciata a sé stessa. Oggi, dopo quasi due anni, vi sono tornato e ho aperto tutto per far entrare aria, che c’è puzza di chiuso.

E la lattina era ancora là, un po’ sporca e con i colori un po’ scrostrati, ma ancora calciabile. Istintivamente mi ci sono diretto, non so come l’ho alzata in palleggio e ho tirato forte. “Ed è Savoldi che segna una volta ancora!’ È quanto rimbombato nel mio cervello. La coca è finita nel giardinetto affianco al palazzo e ho sentito distintamente qualcuno urlare “Ehi ma chi è quel cretino che si diverte così?”

Sono immediatamente indietreggiato e ho chiuso la porta finestra facendo attenzione a non far rumore. Ho abbassato persino le tapparelle per nascondermi meglio.

“Ma che cazzo mi ha preso?” Ho pensato. E poi “Ma da dove ho ritirato fuori Beppe Savoldi Dio sa…” Per carità ottimo centravanti di metà anni settanta noto per essere stato il primo acquisto bimiliardario del mio amato Napoli. Ma non pensavo avesse messo in me radici così profonde.

Comunque giro per casa, mi guardo intorno e mi sembra tutto a posto, un po’ impolverato, ma in ordine.

Non la venderò, non per il momento almeno. Ci ho vissuto giorni belli e giorni brutti certo, ma il ricordo di questi ultimi sta svanendo. Vorrei proprio dimenticarli tutti e non è detto che non ci possa riuscire..  

Immagine di freepik</a>

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