Quando (tu dimmi quando)
Giuseppe Pugliese, febbraio 2025

Quando hai tante case non passi il tempo a godertele, bensì a manutenerle.
Una volta è una lampadina, un’altra il comodino di un mobile, un’altra ancora l’antenna della TV. Così per ritrovare in esse almeno un filo comune e non perdermi del tutto ho fatto una cosa un po’ strana; ho messo in tutte una stessa foto con la stessa semplice cornice.
Forse non è quella più bella o in cui siete venute meglio, ma si scorge un luccichio, una intesa tra voi che me la rende unica e indimenticabile. Tu e la tua piccola bambina vi sorridete reciprocamente, lei a bocca aperta, come fanno i lattanti, e tu con gli occhi: la stai sicuramente vezzeggiando.
La guardi e non sai manco tu come è possibile che sia avvenuto questo miracolo perché tale ti pare. Un incantesimo, una magia da cui non risvegliarsi. Qualcosa da trattenere a lungo tra le braccia e, per sempre, nel cuore.
Di sicuro poi ne passerete di anni insieme e comprenderai sempre più cose, ne immagazzinerai così tante da non poterne più.
Proverai a lasciarle andare e loro torneranno da te subdole, di notte nei tuoi sogni. E saranno ricordi, vaghi rimpianti e persino gioia per quel che avrai vissuto.
Ora comunque non puoi saperlo e, per tanto, neppure te la poni la domanda. Marciate inisieme, determinate, verso il futuro.
Intanto io vado a lavarmi le mani, l’acqua nella pentola ribolle. Ci butterò dentro gli spaghetti. Non è un mistero per nessuno questa mia smodata passione.
Nel mentre vi passo accanto ancora una volta e vi rivolgo la solita occhiata: siete sempre là, complici, a me così vicine.
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