“Mi piace il salto rapido di un buon racconto, l’emozione che spesso comincia già nella prima frase, il senso di bellezza e mistero che si riscontra nei migliori esemplari”
(Raymond Carver)
Amedeo Rollo
L’abbraccio del tango
Buenos Aires, Argentina.
La sala è attraversata da una luce ruffiana che accarezza i volti e ne fa intuire i segreti. L’aria è carica di aspettative. Alle pareti vecchie fotografie in bianco e nero e locandine di epoche passate.
(continua a leggere)
C
T
La
(continua a leggere)
Giuseppe Pugliese
Piove, forte
Stende la mano. E si, un paio di gocce vi si posano sopra. Sta cominciando a piovere. Anche forte a quanto pare e ovviamente lui non ha l’ombrello.
C’aveva pure pensato a prenderlo, ma poi…
(continua a leggere)
Caterina Traina
Tappi ricordo
La donna se ne stava immobile in quel salone immenso affollato di gente. Dava la mano a tutti e ringraziava con un sorriso. Pensava a quanti sacrifici avesse fatto e alle notti insonni trascorse a preparare quell’evento, ma non voleva mollare. Tutti erano venuti a guardare la sua opera d’arte.
(continua a leggere)
Amedeo Rollo
Vecchie storie passate
Si dice che ogni cicatrice racconti una storia, ma quella che segnava il braccio sinistro di Guido era avvolta nel mistero.
Guido era il rampollo dei marchesi di Castelvecchio e abitava in un palazzo ricco di suppellettili antichi e quadri alle pareti che, per lo più, raffiguravano gli avi della casata.
(continua a leggere)
Amedeo Rollo
Chimica
Quella mattina avrei dovuto incontrare Milena, ci eravamo dati appuntamento al solito bar di Piazza Barberini per l’aperitivo e poi di lì avremmo dovuto raggiungere il nostro ristorante preferito. Non
volevo prendere la macchina perché una volta arrivato non avrei saputo dove parcheggiarla e i taxi a Roma sono come le mosche bianche, non se ne trovano facilmente.
(continua a leggere)
Caterina Traina
Il grande albero
Il grande albero stava lì da anni su una collina verdeggiante, osservando con maestosità il paesaggio circostante. Quando tirava vento, le foglie si agitavano da una parte all’altra, come a sussurrare il loro disappunto o la loro gioia.
(continua a leggere)
Caterina Traina
Le uova d’oro
In una splendida mattina di sole gli studenti del corso di scienze andarono in gita in montagna accompagnati dal loro insegnante. Mentre camminavano per i boschi, ascoltavano la lezione.
Ad un tratto videro in mezzo ai cespugli un cesto pieno di uova d’oro.
(continua a leggere)
Caterina Traina
Le sedie
Alla stazione c’è sempre gente che parte e che arriva. Sono sempre di corsa a rincorrere il treno con i bagagli e la fatica. Spesso non hanno il tempo di riposare e si fermano dove possono. Nelle sale d’attesa, a volte, le persone sostano in attesa del treno e spesso diventa snervante.
(continua a leggere)
Giuseppe Pugliese
Casette
Le casette sono allineate a schiera, pressoché identiche l’una all’altra. Persino i colori delle facciate sono praticamente gli stessi. Si distinguono tra loro solo per un vaso di fiori all’ingresso, una bicicletta appoggiata al muro, una cassetta delle poste rossa fiammante.
(continua a leggere)
Amedeo Rollo
Svolgimento
In uno dei cassetti della mia scrivania, nascosti sotto un album da disegno, ci sono un temperino e una matita. Il temperino è solido, di metallo, con la lama lucente ed affilata.
(continua a leggere)
Caterina Traina
Il galletto spavaldo e un sogno da realizzare
C’era una volta, in una allegra fattoria, il galletto spavaldo ammirato dalle galline del pollaio. Ogni mattina all’alba si posizionava sulla staccionata e con vigore svegliava il fattore con il suo chicchirichì, e per questo si sentiva fiero.
(continua a leggere)
Giuseppe Pugliese
Ecco
Ecco. Hai messo sul piatto un vecchio disco.
È sabato, c’è il sole e stai bene.
Dopo tanto ti senti quasi vivo. E quando parte l’assolo ti scateni, lo mimi, ti agiti e ti esalti fino a che ti vedi riflesso nel vetro della finestra.
(continua a leggere)
Giuseppe Pugliese
L’ultimo
Sono rimasto solo io. L’ultimo di quelli originali. Hanno provato con le buone e con le cattive ad affiancarmene altri, ma non hanno mai davvero attecchito.
(continua a leggere)
Giuseppe Pugliese
Graziosa
La ragazza è graziosa: ha le scarpe gialle.
E non è che le stiano male, tutt’altro.
Le donano un’aria slanciata.
(continua a leggere)
Giuseppe Pugliese
Spiaggiato
Sole cocente. Noia mortale. Ho piantato anche l’ombrellone per vedere se mi riesce di porre una qualche resistenza alla mia voglia di rientrare subito a casa a ciondolare.
(continua a leggere)
Vittorio Simonelli
Ultrasfortuna
Mi sarei dovuta chiamare Vera. Se mi fossi chiamata Vera, allora forse sarei stata mora, avrei portato gli occhiali, avrei avuto la pelle chiara.
(continua a leggere)
Giuseppe Pugliese
Sei piante
In quell’appartamento crescevano disordinatamente sei piante. Ognuna anarchica a modo suo. Venivano su senza tante accortezze o particolari
riguardi.
(continua a leggere)
Giuseppe Pugliese
Mi sfugge
Mi sfugge. La palla viscida scivola via rotolando lemme lemme in fondo al sacco.
Sono sommerso da urla, fischi e improperi. L’arbitro annulla tra mille proteste e mi salva: colpo di testa in fuorigioco.
(continua a leggere)
Giuseppe Pugliese
Punti di vista
Tutto dipende dai punti di vista ed il suo era sempre estremamente analitico.
Se acquistava, che so, un pacco di pasta, doveva prima attentamente ricercare sulla confezione:
(continua a leggere)
Giuseppe Pugliese
Polvere
Raccatta la polvere. Spazza. Passa e ripassa attento a non perdersene neppure il più piccolo, infinitesimale, granello. Ossessionato com’è dalla pulizia. Mentale soprattutto. Il reset come tasto più importante della sua personale visione di vita.(continua a leggere)
Giuseppe Pugliese
Spavalda
Aveva l’aria spavalda e sempre una gran voglia di far festa.
O meglio “fiesta”, come diceva lei, la cui ripetuta frequentazione di Cuba e Jamaica aveva messo radici nella sua anima, come amava ripetere.
(continua a leggere)
Marialuisa Naitana
La cicatrice
Usi sempre molto profumo, troppo. È buono ma è troppo. Lo sai che non serve a niente, che non potrà mai coprire quell’odore, prima acre e pungente e poi nauseabondo, che ormai è dentro di te.
(continua a leggere)
Monica Masdea
Il narratore di fiabe
Volo. Volo senza ali e senza gravità. Dall’alto vedo fiumi, strade, piccole case e piccoli uomini. Insieme a me volano gnomi, fate e uno splendido cavallo bianco. La nostra meta è un paese lontano dove sorge un castello incantato. Lì mi aspetta una principessa o forse un principe, non lo so ancora. Sono felice.
(continua a leggere)
Cristina
La fossa
Quando riuscì ad aprire gli occhi era buio e un odore di terra umida e foglie saturava l’aria. La testa le doleva e la lingua era impastata da un sapore aspro di sangue rappreso. Mosse lentamente il braccio sinistro andando a urtare contro una parete dura e fredda di terra, che sembrava innalzarsi sopra di lei. (continua a leggere)
Luigi Flore
Mestieri
Era un’amicizia, anche se tra donna e uomo, ma sembrava destinata a rimanere tale. Lei l’aveva conosciuto nell’ospedale dove lavorava. Anche lui lavorava lì. Avevano l’abitudine di parlare tanto e lui riusciva sempre a stupirla con le sue battute. Era veramente spiazzante.
(continua a leggere)
Fabrizio Del Monte
Lasciami dormire
Che ore sono? Le quattro del mattino! Lasciami dormire, non riesco a tenere gli occhi aperti. Vincenzo, ma ti sembra questo il momento di fare l’amore? Io sono stanca e non ho voglia! Magari domani mattina. Presto però. Che poi dobbiamo andare via.
(continua a leggere)
Luca Vitali
Frammenti dal buio
Chissà perché da mezzo secolo non sono più tornato qui, è strano rivedere i luoghi della giovinezza con gli occhi di un vecchio.
Di sicuro quella era la casa di nonno Gaetano e nonna Santina (non ricordo se il nome era quello, Santina, io la chiamavo nonna).
(continua a leggere)
Luigi Flore
Assistente sociale
Ho sempre maggiori difficoltà a capire il tempo attuale. Decidiamo di adottare un micio per fare compagnia alla gatta che è rimasta sola dopo la dipartita di Merlino, il nostro splendido gatto, il nostro gatto magico e totalmente nero.
(continua a leggere)
Maria Rita Battistelli
Una parola
Non le piaceva. Immaginava una bocca diversa, e diversa l’angolatura del viso, come diversa, soprattutto, ne pensava la voce. Ciò nonostante, mentre redigeva il verbale, notò più volte lo sguardo di lui soffermarsi sul suo.
(continua a leggere)
Luigi Flore e Cinzia Curcio Rubertini
Emozioni, pensieri e parole
Luigi: Ho trent’anni. Sono stato espulso da una lunga relazione controversa e faticosa ed ho rivoluzionato la mia vita. Come? Sono andato ad abitare da solo e questa esperienza mi sta insegnando che i soldi vanno via in maniera incontrollata;
(continua a leggere)
Luigi Flore
Quando la natura si vendica
Vedo un titolo di un articolo dal giornale:
Traffico in caos a causa di polli in fuga
Incuriosito, leggo:
Ieri pomeriggio, in pieno orario di punta, all’altezza di via Nomentana, direzione periferia e quindi in discesa, un cane attraversava di corsa la strada… (continua a leggere)
Luca Vitali
Dal dentista
Ora sono qui a casa e va tutto bene, non c’è niente di preoccupante e non è successo niente di grave, mi fanno solo un po’ male le gengive ma questo è normale e ora mi faccio gli sciacqui con il curasept come mi ha come mi ha detto lei, non devo mangiare nulla per un paio d’ore e va bene così …
(continua a leggere)
Luca Vitali
Bandinelli va veloce
L’assessore alla Cultura e al Tempo Libero di Gambettola si schiarì la voce, bevve un sorso d’acqua e ne approfittò per dare un’altra occhiata alla sala. Niente da fare, la situazione non accennava a cambiare, stava perdendo il suo tempo. Calcolò che nella sala ci fossero non più di 5, 6 cittadini votanti. (continua a leggere)
Luigi Flore
Vita?
Che rottura di scatole! L’acqua non voleva saperne di scaldarsi e lui, nudo di fronte al box della doccia, aspettava invano un, è il caso di dirlo, tiepido accenno di miglioramento della situazione. Niente! Lo scaldabagno a gas era andato in blocco.
(continua a leggere)
Luigi Flore
Una limonata con un’idea
«Questa non la racconto!» pensai, mentre guardandomi intorno cercavo chi potesse essere. Solo il barista poteva sapere che stavo aspettando qualcuno, visto che avevo rimandato l’ordinazione a quando questo qualcuno fosse arrivato.
(continua a leggere)
Monica Masdea
Lo spione
M’ha pestato di brutto, m’ha massacrato. Ho stampate sulla faccia tutte e cinque le sue dita. Le sue mani grandi, quelle belle mani forti che tanto tempo fa m’avevano fatto pensare che era l’uomo giusto per me, beh, adesso me le posso vedere stampate sulla faccia.
(continua a leggere)
Luca Vitali
Il bambino nella notte
Ero uscito da poco dalla casa di M. e stavo cercando di orientarmi per ritrovare la stazione della metro. Quel quartiere, mai frequentato prima e molto lontano da casa mia, mi aveva convinto a usare i mezzi pubblici nonostante la probabile ora tarda del rientro.
(continua a leggere)